Alla scoperta dell’Italia minore — Prima parte — Adriatico

Gianluigi Cogo
Gigi Cogo travel blog
9 min readMay 11, 2023

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L’idea è quella di rimanere lontani dalle grandi città e dai luoghi presi d’assalto dai turisti, percorrendo una rotta che tocchi i principali mari italiani (Adriatico, Ionio e Tirreno) cercando atmosfere rilassate fra borghi antichi, e spesso abbandonati, e luoghi dove il turismo di massa ancora non ha lasciato il segno.

Partiamo lungo la dorsale adriatica percorrendo la statale Romea. Anche questa sarà una caratteristica del viaggio, ovvero utilizzare il meno possibile le autostrade per scoprire luoghi spesso ignorati a causa della fretta di arrivare a destinazione.

Dopo aver attraversato la laguna di Chioggia, dove moltissimi fenicotteri rosa han trovato casa negli ultimi anni, e superato il Po all’altezza della Mesola, puntiamo dritti verso le zone umide ferraresi per una prima tappa di breve ristoro in quel di Porto Garibaldi, nel comune di Comacchio.
Porto Garibaldi è uno dei più vecchi lidi del Parco del Delta Po nonchè rinomato porto di pescatori e ho ancora netti i ricordi di sontuose abbuffate di pesce nei ristoranti che costeggiano il porto canale.

Foto di Gigicogo

Proseguendo per la statale adriatica superiamo Ravenna per poi raggiungere Cervia dove abbiamo programmato di pranzare presso il ristorante di un carissimo amico.

Cervia, pur essendo rinomata località turistica estiva, in questo periodo evidenzia meglio le sue caratteristiche (mare, saline e pinete) e permette di godere i suoi piccoli borghi (in particolare Borgo Marina e Borgo Antico) senza la pressione turistica che nel periodo di punta si fa davvero pesante.

Possiamo così mangiare all’aperto affacciati proprio sul Porto canale presso il locale del nostro amico che ci tiene anche compagnia e ci intrattiene con narrazioni sulle attualità turistiche romagnole.

Non manca la passeggiata post pranzo per il Borgo Antico e la visita alla spiaggia prima di metterci nuovamente in marcia verso la destinazione giornaliera in Abruzzo.

Foto di Gigicogo

Dopo aver superato Rimini, sempre rigorosamente in statale, decidiamo di fare un piccolo tratto di autostrada per raggiungere più velocemente l’Abruzzo e poter godere della destinazione scelta prima di sera.

Per fortuna le giornate si son già abbastanza allungate e così riusciamo a raggiungere Città Sant’Angelo verso il tardo pomeriggio, ospiti della bellissima Tenuta Coppa Zuccari dove passeremo due intere giornate.

La Tenuta è strepitosa. Una serie di edifici del ‘700 restaurati con cura maniacale e adattati a residenza per ospiti, nonchè prestigiosa sede di eventi (convegni, matrimani, ecc.) grazie agli ampi e luminosissimi saloni. Davvero tutto molto bello e gestito in modo esemplare. Qui nel ‘700 si coltivava il vino e si allevavano i bachi da seta. Molte delle stanze ricordano quei tempi e la vista verso il borgo di Città di Castello abbracciato dal Gran Sasso è davvero suggestiva.

Per la cena saliamo al borgo e dopo una breve passeggiata raggiungiamo l’osteria Il Grottino per gustare le specialità locali, fra le quali, i favolosi arrosticini abruzzesi.

Città Sant’Angelo è un borgo davvero molto bello dove cultura, tradizioni, prodotti tipici e soprattutto l’incantevole paesaggio dovuto a una posizione perfetta fra il Gran Sasso e le coste dell’Adriatico, lo hanno reso appetibile persino a Forbes che nella classifica del 2019 lo ha consigliato come uno dei luoghi più belli al mondo dove abitare.

La mattina seguente ci prepariamo per effettuare un tour della zona partendo dalla spiaggia che si estende lungo l’Area protetta di Torre del Cerrano.

La Torre Cerrano è una delle antiche torri costiere del Regno di Napoli, si trova sulla costa dell’Adriatico, in provincia di Teramo, tra Silvi e Pineto. E’ uno pochi esempi rimasti integri della fitta rete di fortificazioni costiere del Regno di Napoli, che avevano la funzione di respingere i frequenti attacchi di turchi e saraceni provenienti dal mare. Torre Cerrano, la cui costruzione risale al 1568, deve il suo nome all’omonimo torrente, che scende dai colli di Atri e la cui foce é situata 500 metri a sud della torre, nel comune di Silvi. Le parti alte e laterali della Torre sono un’aggiunta più recente, realizzate nel secolo scorso dalle famiglie che la utilizzarono prima che la torre diventasse patrimonio della Provincia di Teramo nel 1981. Secondo gli storici Strabone e Sorricchio i resti archeologici antistanti alla torre sarebbero quelli del porto dell’antica colonia romana di Hatria, l’odierna Atri, meta di scalo di navi cariche di cereali provenienti dalla Puglia e dalla Sicilia e luogo di carico per i vini locali diretti in Grecia e verso Aquileia nel nord del mare Hatriaticum.
Oggi la Torre, affidata in comodato al Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, ospita il Centro Internazionale di Formazione Veterinaria oltre alla Biblioteca e al Museo del Mare in allestimento con l’Info-point dell’Area Marina Protetta (fonte).

Foto di Gigicogo

La passeggiata è piacevole. E il clima caldo consente di apprezzare la tranquillità del luogo e, soprattutto, la bellissima flora, qui giustamente tutelata e ben segnalata con spiegazioni complete e davvero interessanti.

Scopriamo che i lunghi cordoni di sabbia sono qui disposti parallelamente alla linea di costa in modo da risultare protetti alle variazioni di marea e alle mutazioni che si formerebbero in seguito all’accumulo della particelle sabbiose trasportate dal vento.
Questi luoghi sono di grande interesse in quanto rappresentano un’area di transizione tra due ambienti molto diversi: il mare e la terraferma.

Proseguiamo quindi per il vicino borgo di Atri. La cittadina ha origini davvero antiche ed è situata su una collina di 442 metri d’altitudine adagiata tra il Mar Adriatico e il massiccio del Gran Sasso. La sua storia è davvero notevole tanto che già in età etrusca era considerata un importante centro commerciale. Poi, anche durante il periodo romano (quando Atri era nota come il nome di “Hatria”), si svilupparono qui notevoli commerci grazie al porto commerciale di allora che si presume fosse situato proprio dove ora si trova la Torre del Cerrano). Inoltre, secondo alcune fonti, pare che l’imperatore Adriano ebbe i natali proprio da queste parti.

Dopo una visita alla cittadina in lungo in largo per i vicoli e qualche foto dalle terrazze panoramiche che si affacciano sul Gran Sasso, optiamo per un pranzo sui tavolini proprio di fronte alla cattedrale. Per smaltire il tutto, infine, decidiamo di dare un’occhiata anche alla zona dei calanchi che qui sono particolarmente belli.

In effetti il panorama sul Gran Sasso e sui sottostanti calanchi che si riesce a vedere dal sito della Riserva, è davvero meraviglioso, tanto che decidiamo di percorrere un tratto del sentiero che si infila proprio dentro i calanchi stessi, per vederli più da vicino.

Sarebbe meraviglioso fare del trekking da queste parti con un po’ più di tempo a disposizione, ma per oggi godiamoci il momento e la bellissima giornata, prima di ritornare a Città Sant’Angelo dove ci siamo imposti un’altra visita al borgo con il sole pieno.

Foto di Gigicogo

Proseguendo il nostro girovagare sulla sponda dell’Adriatico, il giorno dopo ci dirigiamo verso Vasto lungo la statale che costeggia la Costa dei trabocchi. Purtroppo (o per fortuna) durante lo spostamento siamo investiti da un vero e proprio diluvio, perciò riusciamo a vedere i caratteristici trabocchi solo dall’auto e in un paio di occasionali pause del fortunale quando riusciamo a fare sosta e parcheggiare la macchina per fotografarli.

Arrivati a Vasto con il sole pieno, approfittiamo per pranzare e per passeggiare lungo i vicoli del centro storico, nonchè affacciarci dalle terrazze che dominano la costa e offrono un panorama notevole fino a Termoli, al Gargano e alle isole Tremiti.

La città, circondata e protetta da una cintura di vette appenniniche, è una bellissima meta turistica estiva molto ambita e apprezzata anche per la sua storia antichissima e per le bellezze naturalistiche, nonchè rinomata per il famoso Brodetto di pesce.

Foto di Gigicogo

Dopo pranzo è già ora di riprendere la strada che ci porterà a Trani. Dunque superiamo, sempre lungo la statale adriatica, prima Termoli e poi il Gargano e infine Foggia prima di raggiungere la Puglia Imperiale e farci accogliere finalmente nel B&B immerso fra gli ulivi secolari che abbiamo prenotato a pochi passi da Trani centro.

Per Trani si tratta dell’ennesimo ritorno. E’ infatti una delle cittadine che più ci piacciono e ci attraggono di questa parte di Puglia. Nonostante l’avessimo già visitata in precedenza, soprattutto nella zona porto, della splendida cattedrale e del centro storico, avevamo colpevolmente tralasciato il lungomare.

E dunque, proprio il 25 Aprile giorno di festa e di notevole caos turistico, non ci siam fatti sfuggire l’opportunità di restare un po’ defilati dal centro e di percorrere tutto il tragitto che porta da Capo Colonna fino al Parco della Villa Comunale. Una passeggiata di 2,5 chilometri lungo spiaggette, insenature e scogliere dove prendere il sole approfittando della splendida giornata e della prima calura attenuata solo lievemente dalla brezza marina.

Foto di Gigicogo

Verso sera visitiamo anche la vicina Bisceglie. Cittadina più piccola e meno affollata di Trani ma comunque attrattiva e accogliente.

Bisceglie è tutta da scoprire percorrendo lentamente i vicoli che la attraversano e ammirando i sontuosi palazzi baracchi che la contraddistinguono. Un tempo veniva chiamata Vescegghie in riferimento a un particolare tipo di albero (una quercia chiamata Viscile) che cresceva proprio in queste zone e in che breve dicentò il simbolo stesso della città.

Il porto è molto piccolo ma davvero pittoresco e per certi versi autentico, molto più di altri porti analoghi che si invcontrano lungo la costa pugliese e che negli anni son diventati porti turistici a discapito dei pescatori e dei loro pittoreschi pescherecci.

Purtroppo, per mancanza di tempo, non siamo riusciti a vedere il famoso Dolmen della Chianca, ma sarà un’occasione per tornarci ancora.

Unico vero problema, forse a causa della festività del 25 Aprile, è stato trovare dei locali per cenare in centro, cosicchè abbiamo optato per un ristorante in aperta campagna. E non ci siam pentiti della scelta.

Foto di Gigicogo

Domani si prosegue verso lo Ionio.

[Link alla seconda parte]

Abbiamo soggiornato:

Alcuni posti dove abbiamo mangiato:

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