Vacanza post pandemia

Anna Maria Rienzi
Gigi Cogo travel blog
20 min readJun 14, 2021

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Spiaggia di Sant’Isidoro (LE). Foto credits

Dunque eccoci finalmente. Dopo l’assaggio primaverile proviamo a reinventarci una vera vacanza che, in questo 2020 orribilis, verrà spesa e goduta obbligatoriamente in Italia, anche se sembra che mezza popolazione dello stivale voglia fare le vacanze in Puglia.

Per noi polentoni del nord, inoltre, raggiungere l’estremo sud della Puglia fino al Salento, equivale a una vera e propria ammazzata di macchina. Circa 1200 chilometri che conviene diluire con un ritmo lento, anzi lentissimo.

Per fare ciò il 19 Luglio scendiamo lungo l’Adriatico e puntiamo direttamente su Termoli, prima tappa di questa vacanza post pandemica.
E che scoperta! Le sue spiagge e soprattutto il Borgo in cui spiccano la Cattedrale Romanica e il castello Svevo su cui intervenne anche Federico II, sono davvero spettacolari.
Il Centro storico poi è un vero e proprio gioiello incastonato nella propaggine a mare della città ed è davvero un bel luogo tutto da scoprire.

Foto di Anna Maria

Dopo aver gironzolato per il borgo antico di Termoli by night, il 20 Luglio decidiamo di esplorarlo anche di giorno, soprattutto per godere degli scorci baciati da una luce strepitosa e accompagnata da un’aria tersa come non mai.

La cattedrale di Termoli è molto bella e viene esaltata da una facciata romanica davvero stupenda, ne sono conquistata! La torre Sveva svetta imponente e rassicurante a testimonianza del passaggio di quel genio medioevale che fu l’imperatore Federico II.

Anche l’arenile e il mare della cittadina molisana non deludono, con una bella sabbia dorata e acque trasparenti.
Infine, una curiosità: Termoli è la “Greenwich“ del Mare Adriatico.
Infatti è proprio qui a Termoli che il 42º parallelo Nord e il 15º meridiano Est si incrociano. Quest’ultimo è il meridiano centrale del fuso orario di Berlino, Parigi e Roma (Europa centro-occidentale) che di fatto determina l’ora del fuso stesso (chiamata infatti l’ora di Termoli).
Il meridiano invece è denominato Termoli-Etna e questo rende la città di Termoli la “Greenwich” del mare Adriatico.

E’ proprio qui dove siamo noi oggi che avviene l’incrocio tra le due linee immaginarie, ovvero sulla spiaggia del lungomare di rio Vivo o più precisamente presso la Marina di San Pietro, nei pressi del Porto Turistico di Termoli.

Foto di Anna Maria

La ragione originaria della nostra sosta a Termoli, che comunque ha più che ricompensato la sosta, stava però nello sfruttare il suo porto per visitare le Isole Tremiti che mai avevamo visitato prima d’ora.

L’escursione (con aliscafo NLG) ha soddisfatto pienamente le attese. Acque smeraldo e natura selvaggia, malgrado i numerosi turisti, sono un biglietto da visita niente male. Forse, ad essere pignoli, la natura è un po’ troppo selvaggia, considerata la carenza di segnaletica per raggiungere le calette più rinomate e l’inadeguatezza dei sentieri di accesso alle stesse.

Fortunatamente siamo riusciti lo stesso a godere gran parte di ciò che queste meravigliose isole offrono:
Escursione lungo le coste di S. Domino, S. Nicola e Capperaia, visita alle suggestive grotte, bagno nelle acque dove è sommersa la statua di Padre Pio in mezzo a banchi di pesci, bagno nella spiaggetta sabbiosa di Cala delle Arene, e infine tentativo infruttuoso di raggiungere cala Spido e cala Matana con sosta, apparentemente di ripiego, sul promontorio roccioso fra le due con bagno indimenticabile.

Prima di riprendere il traghetto, abbiamo visitato anche l’antico borgo dell’isola di S. Nicola con le sue imponenti fortificazioni.

Foto di Anna Maria

Il 22 Luglio abbandoniamo Termoli, dove ci siamo trovati molto bene, per trasferirci verso l’effettiva destinazione delle nostre vacanze, ovvero il Salento estremo.

Proprio nel tacco d’Italia, e in particolare i primi 6 giorni, li trascorreremo a Pescoluse, detta anche ‘Le Maldive del Salento’. Il viaggio che ci aspetta non è breve, dobbiamo in pratica attraversare tutta la Puglia, per cui evitiamo di farlo in un’unica tirata.

Prima di intraprendere il trasferimento però facciamo una sosta a Campomarino, cittadina immediatamente confinante con Termoli di tradizione arbëreshë, il cui antico borgo è una esposizione perenne di murales.

Per pranzo invece facciamo tappa nella splendida Trani, cittadina dalla luce abbagliante, con la cattedrale romanica sul mare, il castello svevo, il porticciolo e un centro storico caratterizzato dagli edifici di tufo bianco e tante altre bellezze che meriterebbero sosta più lunga articolata. Insomma, Trani è sempre una destinazione che merita per davvero!

Foto di Anna Maria

Arriviamo a Pescoluse verso le 18:30 (la Puglia è una Regione veramente interminabile) con un caldo umido e soffocante. La spiaggia, a pochi passi dell’hotel, è ancora affollatissima.

Il giorno dopo, 23 Luglio, ci svegliamo presto per godere spiaggia e bagni prima dell’arrivo delle masse di villeggianti. Qui a Marina di Pescoluse il mare è veramente di una bellezza da togliere il fiato! Non per niente questa zona è stata soprannominata “le Maldive del Salento”. In effetti l’epiteto rende l’idea, ma riflettendo è anche un brutto modo di dare risalto a un luogo, evocandone un altro. E’ un po’ come sminuirne il pregio. Mah!
La sera, consigliati da un amico, ci rechiamo a cena a San Gregorio deliziati da una vista incantevole sul tramonto!

Foto di Anna Maria

Malgrado la spiaggia e le acque di Marina di Pescoluse non deludano, il giorno dopo decidiamo di esplorare anche altri punti della costa, salendo un po’ a nord verso Torre San Giovanni, centro balneare e porto di pescatori a pochi chilometri da Ugento.

La spiaggia è una delle più belle del Salento: sabbia bianca e fine, fondale basso che degrada lentamente, acque limpidissime che diventano turchesi all’orizzonte. Praticamente una cartolina caraibica!
Una leggenda narra che questi paesaggi furono meta dei viaggi del grande Enea, che proprio qui sbarcò e se ne innamorò.

Torre San Giovanni fa parte del Parco Naturale Regionale e della riserva marina del litorale di Ugento e il suo territorio è area protetta. Anche la flora e la fauna risultano ricche di specie vegetali e animali molto particolari per la fauna mediterranea e dunque da proteggere con cura.
In cielo non c’è nemmeno una nuvola, il che rende impossibile resistere tutto il giorno sotto il sole cocente.
Decidiamo quindi di chiudere la giornata visitando Santa Maria di Leuca e il villaggio di Leuca al tramonto.
La prima località è molto famosa perchè si trova sul punto estremo del tacco d’Italia. E’ il luogo in cui si incontrano due mari e dove si eleva il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae.
Qui il profumo di finocchietto selvatico e di elicriso è molto intenso e i visitatori si affollano per ammirare il sole che tramonta proprio dietro le bianche case di Leuca.
Il paese, Leukòs, bianco ed elegante, sorge intorno al porto. Di Leuca ci colpisce, oltre alla vivacità, l’eleganza delle ville ottocentesche che si affacciano sul mare lungo tutto il paese:

Foto di Anna Maria

Sabato 25 Luglio preferiamo non rimetterci in auto alla ricerca di altre spiagge e nemmeno perder tempo prezioso nel trovare parcheggio. Dunque, grazie al fatto che alloggiamo a due passi dalle impropriamente dette Maldive del Salento, ci imponiamo di oziare tutto il giorno presso la spiaggia dell’Hotel.

Mentre noi ci lasciamo baciare dal sole, all’orizzonte inaspettate nubi sembrano addensarsi molto cupe e minacciose. Alla fine però non succede proprio niente in loco ma, nel tardo pomeriggio, veniamo a scoprire che quelli nubi, nella non distante Porto Cesareo nostra prossima destinazione, hanno causato una violentissima grandinata ripresa e condivisa sui social da tutti i villeggianti.

Per trascorrere la serata optiamo per Ugento, già antico centro messapico e municipio romano con il nome di Uxentum, quindi città storica dove speriamo di trovare anche un po’ di frescura.

Il piccolo centro salentino, nel corso della sua storia, è stato anche vittima degli assalti da parte di Saraceni e Turchi, ed è un’importante Sede Vescovile fin dal XI secolo.
Oggi è un ridente paese di oltre dodicimila abitanti nel cui abitato storico non mancano spunti di interesse. Architettura barocca e artigianato locale di sicuro interesse.

Domenica 26 Luglio sarà e sarà stata, come tutte le domeniche di Luglio, una giornata di punta anche per il flusso dei villeggianti locali, dunque è poco opportuno mettersi in strada.

Decidiamo di goderci ancora la spiaggia di Marina di Pescoluse soprattutto attratti dal mare che si presenta strepitoso e limpidissimo.
Incredibilmente a metà mattinata, quasi all’improvviso, si alza forte il vento dal mare e in alcuni punti della spiaggia iniziano a formano dei vortici così violenti da sollevare, come fossero stecchini, gli ombrelloni fino a lanciarli lontani dalla battigia nel mare più distante.

Il vento poi riesce anche a spostare alcuni lettini da spiaggia e creare un caos fra i villeggianti impauriti. Tutto ciò sembra causato dai concessionari del tratto di spiaggia che, evidentemente, non tengono conto di questi fenomeni che, ci è stato spiegato in seguito, sono una peculiarità di quel tratto di costa.

Non appena una seconda raffica di vento causa il ferimento di una vacanziera, i bagnini ordinano a tutti i bagnanti di chiudere immediatamente gli ombrelloni e la mattinata prosegue volgendo lo sguardo verso lo Ionio in attesa di altre raffiche che, per fortuna, non si presenteranno.

In serata, veloce visita a Presicce, borgo fra i più belli d’Italia, ricco di storia e di testimonianze del passato ben conservate e valorizzate, fra le quali spiccano i frantoi ipogei, alcuni antichi palazzi barocchi e soprattutto vicoli stretti e pittoreschi.
Per cena ci spostiamo fino a Montesardo, frazione di Alessano, dove vivono i nonni materni dei nostri nipotini più piccoli.
Anche questo borgo, situato a 184 m di altezza dal mare, per quanto piccolo presenta tracce del suo antico passato.

Foto di Anna Maria

Il 27 Luglio lo dedichiamo ad esplorare la costa ovest del Salento a sud di Pescoluse, per poi risalire verso Otranto sulla opposta costa est.

Sarà una giornata intensa e impegnativa. In Salento ovunque si volga lo sguardo si incontra un paesaggio, uno scorcio di mare o una particolarità dell’entroterra che invita a fermarsi per una foto.
Una volta partiti, quello che si presenta a noi è prevalentemente costituito da costa rocciosa, in alcuni casi digradante verso il mare, in altri con scogliere a strapiombo lungo le quali, di tanto in tanto, si aprono piccole baie o grotte da esplorare.

Superata Torre Vado, il primo stop lo facciamo proprio a San Gregorio, stessa location dell’osservatorio sul tramonto di pochi giorni prima. Diversi i colori, immutato il fascino!
Proseguendo lungo la litoranea si incrocia Felloniche, località dalle acque turchesi lungo una costa prevalentemente di scogli.
Non ci fermiamo, il programma è fitto, altre tappe ci attendono.
Obiettivo è il Ponte Ciolo, in zona a est di Leuca dove i bagnati, soprattutto indigeni, amano lanciarsi dagli scogli sottostanti il ponte.

Foto di Gigicogo

Lungo la costa est del tacco d’Italia sono infatti svariati i ponti costruiti per scavalcare dei piccoli fiordi/insenature sulla litoranea.
Proseguiamo in direzione Otranto e incrociamo Torre Nasparo, che domina l’abitato di Marina di Tiggiano.
Ahimè solo dall’alto notiamo le splendide piscine naturali di Marina Serra, scogliere bianche, tipiche di questo tratto di costa e acque turchine, per l’appunto, acqua Marina!

Poco più avanti scendiamo a Tricase Porto, anche qui una piccola insenatura con le acque cristalline che è metà dei bagnanti per tuffarsi da scogli e dalla banchina di cemento.
La nostra destinazione intermedia principale ora è Castro e la grotta della Zinzulusa.

Castro è un paese di origine medievale, posto su un promontorio con un’ulteriore estensione nella parte bassa della costa, Castro Marina che di fatto è sorta intorno al porto e si presenta come un’intricata rete di viuzze dale quali fuggiamo perchè è impossibile trovare un parcheggio. La parte originaria sembrerebbe meritare una visita, ma il tempo non è mai abbastanza.

La grotta, in un’insenatura della costa a sud di Castro, è visitabile a piedi scendendo lungo una scaletta nella roccia (visita guidata a pagamento) ma anche qui non c’è posto nel parcheggio per cui diamo velocemente un’occhiata a turno.

Infine, prima di recarci a Otranto per una visita serale e per la cena, raggiungiamo alcuni amici all’insenatura Santo Stefano per passare il resto del pomeriggio in relax.

Foto di Gigicogo

Qui, dopo un breve tratto a piedi attraverso una pineta selvaggia, si giunge ad una piccola baia contornata da rocce. Le acque, manco a dirlo, sono cristalline. Adiacenti alla baiaetta dove abbiamo eletto dimora sono accessibili due piscine naturali, una delle quali raggiungibile nuotando sotto un arco di roccia. L’acqua è fresca, trasparente con sfumature color smeraldo.

In serata ci rechiamo a Otranto, una delle città più a est d’Italia, che ci si presenta come un’affascinante cittadina sul mare impreziosita da un borgo tra i più belli d’Italia. Otranto, per via della sua posizione, ha una storia davvero millenaria alle spalle.

Dalla fine del VI secolo divenne una zona strategica, in quanto posizionata sull’asse Lecce-Taranto, nonchè importante svincolo economico. Nel corso dell’epoca bizantina, la cittadina si sviluppò al punto tale da ospitare il monastero più ricco dell’Italia del Sud. Otranto fu poi attaccata pesantemente dai turchi a fine Quattrocento e venne ricostruita dal Duca di Calabria, che ne mantenne conformazione e precedenti edifici, così da mantenere vivo il legame con il passato. Dopo un periodo turbolento, nella prima metà del Novecento Otranto acquistò nuova gloria che ancora oggi sopravvive e anzi cresce. (via)

Il centro di Otranto è affascinante e unico. Da vedere assolutamente il dedalo di stradine lastricate e le tipiche case bianche, ammassate una sull’altra, con coloratissimi panni stesi, negozi di artigianato e attività commerciali di ogni tipo.

Non abbiamo molto tempo, è quasi l’ora del tramonto ma facciamo giusto in tempo ad entrare nella cattedrale, il cui pavimento a mosaico è davvero memorabile, segno inconfutabile della vicinanza di Otranto all’Oriente.

Riusciamo anche a sbirciare la splendida cripta, una miniatura della celebre Cisterna di Teodosio o della Moschea di Cordova con le circa 70 colonne ognuna con un capitello diverso. Ammiriamo poi dall’esterno il possente castello aragonese e prima di recarci a cena in una tipica braceria riusciamo anche a passeggiare e perderci fra le viuzze e i bastioni sul mare.

Foto di Anna Maria

Il 28 Luglio ci muoviamo da Marina di Pescoluse all’alba, verso un’altra località famosa per la bellezza delle sue spiagge e delle sue acque, Porto Cesareo.

Prima di partire facciamo giusto in tempo a scoprire la furbata di quello che noi credevamo un lido in concessione, gestito dall’hotel.

Dalla nostra terrazza notiamo che la guardia costiera, arrivata all’alba, inizia a sequestrare ombrelloni e lettini allestiti sulla spiaggia, in quanto impunemente piantati con l’intenzione di occupare un tratto di spiaggia demaniale e quindi libera.

Forse l’incidente di due giorni prima ha scoperchiato la furbata attuata da questo e da altri lidi in quel tratto di costa e così è emerso l’inganno. Questi furbacchioni affittano le attrezzature e piantano e poi spiantano gli ombrelloni quotidianamente perché la spiaggia non gli è concessa e quindi non posso installare postazioni fisse, che invece sarebbero molto più sicure di quelle estemporanee.

E noi che ci chiedevamo come mai si sobbarcassero ogni giorno il lavoro di piantare e levare gli ombrelloni all’alba e al tramonto. Che ingenui!

Porto Cesareo dista da Pescoluse solo una settantina di chilometri, dunque dobbiamo trovare qualcosa da fare prima di poter raggiungere il nuovo alloggio e ricevere in disponibilità la nostra camera.

Superata Gallipoli, che ci proponiamo di visitare una delle prossime sere, lungo la strada scegliamo di fermarci a Sant’Isidoro e li scopriamo una spiaggia stupenda, bianca, con qualche scoglio qua e là. Spiaggia che in alcuni tratti è composta da conchiglie minutissime e rosate.

Il tutto è dominato dalla consueta Torre saracena! Passiamo tre ore estremamente rilassanti, dentro e fuori dalle acque fresche e cristalline!

Giunti poi a Porto Cesareo, dopo aver preso possesso della camera, siamo intenzionati ad esplorare la cittadina, ma il caldo impietoso delle 17 ci costringerà alla temporanea resa.

Foto di Anna Maria

La bellezza delle spiagge e del mare, oltre alla temperatura torrida, il 29 Luglio ci spingono ad optare per una giornata da trascorrere completamente in spiaggia senza interruzioni e per fare ciò scegliamo un must: Torre Lapillo.

La località adiacente a Porto Cesareo (direzione Taranto), anch’essa caratterizzata dalla presenza di una torre saracena (visitabile) era già stata meta di una nostra precedente vacanza all’inizio del millennio, per cui sapevamo di andare nel sicuro.

Tutta la grande conca, affollatissima, alterna tratti di spiaggia libera con altri gestiti dove si sviluppano stabilimenti anche di una certa complessità.

Il mare però non delude le attese: l’acqua è trasparente ed irresistibile, impossibile evitare di fare più e più bagni!

Pranziamo con una teglia di focaccia ai pomodorini che un fornaio in furgoncino propone di accesso in accesso al mare: deliziosa!

La semilunare conca di sabbia a nord di Porto Cesareo è particolarmente estesa e nel pomeriggio decidiamo di “esplorarla” attraversando tratti di spiaggia libera e stabilimenti tradizionali o particolarmente trendy e destinati a clientela molto giovane.

Arriviamo camminando quasi fino a Porto Cesareo, al Lido Le Dune, proprio la spiaggia da noi frequentata 20 anni fa!

Decidiamo, durante questa passeggiata, che dovremo tornare nei prossimi giorni sul tratto di spiaggia chiamata Goa Beach: una lingua stretta, senza stabilimenti, con lo spazio giusto appena per due file di ombrelloni e lettini, macchia mediterranea alle spalle, sabbia bianca, acqua bassa e trasparente, effetto piscina. Quasi oceano indiano!

Foto di Anna Maria

Il 30 Luglio ci spingiamo un po’ più a nord, oltre Torre Lapillo, verso un altro tratto di costa sabbiosa di notevole bellezza, ovvero l’area protetta di Punta Prosciutto che si apre subito dopo il Lido degli Angeli.

Qui il paesaggio è più selvaggio a ridosso della spiaggia libera che si sviluppa ai bordi di un’ombreggiata pineta. Sabbia bianca, acque cristalline dai colori turchesi, magia di un posto fra i più belli del mare italico che, rispetto a 20 anni fa, è cresciuto notevolmente in affollamento a causa della notorietà acquisita.

Sulla strada per Punta Prosciutto costeggiamo l’anello di Nardò, una pista per prove ad alta velocità inaugurata nel 1975 da Fiat e oggi Porsche. È tra le piste circolari più veloci del mondo per il test sulle auto (e infatti a Porto Cesareo abbiamo incrociato in un locale dove abbiamo cenato una squadra di tecnici della Pirelli).

Per godere di un po’ di frescura, ci rechiamo a Nardò per la cena.

La cittadina, a metà strada tra Lecce e Leuca, è tra le mete del Salento più interessanti per come ha saputo conservare nel tempo le sue tipicità di architettura barocca e arte sacra.

Arriviamo al tramonto, giusto in tempo per una passeggiata fra le viuzze del centro storico e gustarci una cena salentina alla trattoria San Giuseppe, ricavata in uno splendido edificio storico.

Foto di Anna Maria

La sera del 31 Luglio, dopo l’ennesima giornata al mare passata in compagnia di amici anch’essi villeggianti in Salento, decidiamo di visitare Gallipoli, consci che sarà una delusione.

E così infatti è stato. Dopo vent’anni dall’ultima visita l’abbiamo trovata cambiatissima. Un bazar a cielo aperto chiassosissimo e stressante. Il mare dei dintorni sarà anche bellissimo, ma perchè venire in vacanza in un posto più caotico delle città che ci lasciamo alle spalle? Mah!

Sabato 1 Agosto è un’altra giornata torrida e per di più è anche sabato.

Le spiagge principali, giustamente, sono prese d’assalto dai bagnanti giornalieri dei dintorni, oltre che dai turisti, e quindi decidiamo di trascorrere la mattina alla spiaggia del centro cittadino, soprattutto per alleviare il caldo insopportabile con frequenti bagni. Scopriamo così che le spiaggette interne al paese di Porto Cesareo non sono affatto male, le acque sono discretamente limpide e popolate da pesci anche di notevole dimensioni.

Il tardo pomeriggio e la serata decidiamo di trascorrerli a Lecce, l’incantevole capoluogo barocco, assieme agli amici.

Lecce è un museo a cielo aperto, un concentrato di eleganza e bellezza, una città d’arte con traccia dell’antico passato fatto di testimonianze della civiltà messapica, di archittetture medievali che si fondono con i resti archeologici della dominazione romana, dove ammirare l’architettura rinascimentale a la ricchezza del barocco. Palazzi, mascheroni, fregi, pinnacoli e rosoni, chiese e balconate, vicoli e piazze rendono questa città uno scrigno di tesori il cui culmine è piazza duomo, un salotto bianco in cui dominano la cattedrale di Santa Maria Assunta, il campanile a cinque piani, il Palazzo Vescovile e il Palazzo del Seminario (via)

L’accensione delle luci al crepuscolo provoca un generale ‘wow’ dei presenti.
Ma davvero notevolissimo è tutto l’esteso centro storico che invita ad attardarsi e a passeggiarci per ore!

Per cena scegliamo una location a 5 stelle: Le 3Rane dello chef piemontese Maurizio Raselli che propone una cucina di qualità attenta, raffinata ed essenziale al tempo stesso. Il nostro menu degustazione ci fa vivere diverse ed intense emozioni.

Foto di Anna Maria

Domenica 2 Agosto assistiamo alla inevitabile calata sulla costa degli abitanti dell’entroterra salentino.

Quando soggiornai la prima volta su questo tratto di costa, 25 anni fa, mi spiegarono che, allora, queste erano le spiagge dei leccesi, i quali non avevano interesse ad attirare troppo il turismo di massa. A distanza di un quarto di secolo lo sviluppo turistico è esploso, anche disordinatamente, però questa località sembra essere rimasta la destinazione privilegiata proprio degli abitanti dell’entroterra.

Per evitare di trovarci in coda e impazzire alla ricerca di un parcheggio per raggiungere una spiaggia o stramazzare sotto il sole africano visitando una delle splendide cittadine dell’entroterra, decidiamo di andare sul sicuro e puntiamo ad una delle spiagge vicino a Torre Chianca, ovvero la bellissima Goa Beach.

Purtroppo è una giornata un po’ ventosa, l’acqua non è limpida come al solito e la corrente un po’ la increspa. Ma almeno la situazione rende tollerabile il sole “impietoso”!
Le spiagge sono veramente prese d’assalto, il distanziamento è un’illusione, salvo trovare rifugio in acqua e al largo.

Al rientro diventa davvero un’impresa ritrovare l’auto fra le stradine laterali alla spiaggia nelle quali il parcheggio selvaggio è solo un eufemismo!

Foto di Anna Maria

In vista dell’imminente viaggio di rientro, il 3 Agosto decidiamo di rimanere nei paraggi, o per lo meno poco distanti da Porto cesareo. A dire il vero vorremmo visitare Porto Selvaggio ma la prospettiva di passare ore ed ore sugli scogli con l’affollamento vacanziero nella Riserva naturale, ci fanno propendere per una destinazione più tranquilla.

Appena fuori l’abitato di Porto Cesareo ci affacciamo prima sulla spiaggia di Torre Squillace, piccola baia fra gli scogli e la torre, dalla sabbia bianca e le acque trasparenti, spostandoci poi di un paio di km a sud e andando sul sicuro nel goderci nuovamente il paradiso di Torre Sant’Isidoro.
A dire il vero anche oggi il vento la fa da protagonista, ma qui la baia è proprio stupenda e le condizioni ambientali producono riflessi e diverse intensità di azzurro che immagino tipici dell’Oceano Indiano. E’ veramente bellissimo attraversare da parte a parte la baia camminando nell’acqua!

La sera si resta a Porto Cesareo ma è difficile trovare un locale decente dove cenare, sono tutti al completo o poco convincenti.
Ci consola una rossa luna piena che si riflette nel mare!

Foto di Gigicogo

Il 4 Agosto lasciamo Porto Cesareo senza rimpianti: le spiagge sono stupende ma il paese è un disastro e non fa niente per accogliere al meglio i suoi ospiti, tra l’altro spesso indisciplinati.

Disordine, traffico, sporcizia dominano e danno l’idea di un “consumo” irrispettoso dei luoghi. Lo sviluppo turistico qui non è stato gestito con adeguata oculatezza. Si capisce perfettamente che l’evoluzione non è stata governata e contenuta, così che la speculazione disordinata ha preso il sopravvento. Porto Cesareo è cresciuta senza personalità, sfruttando senza meriti le splendide risorse naturali di cui dispone.

A conferma della sregolatezza del luogo, mentre prepariamo i bagagli assistiamo a due episodi, ahinoi, tipici in questa cittadina: prima un lungo autoarticolato che si incastra nelle stradine interne, a causa del solito parcheggio selvaggio praticato ovunque malgrado i divieti di sosta, con inevitabile caos e coda di clacson all’impazzata; e poi l’incurante parcheggio di un auto davanti ad passo carraio che blocca entrata e uscita degli ospiti di un hotel, ovviamente incazzati. Non ce la faranno mai!

Il viaggio di ritorno prevede un rapido spostamento verso Matera ma lungo la strada facciamo una deviazione in quel di Cellino San Marco, luogo di nascita di Albano Carrisi e sede dell’omonima tenuta nata come vigneto e oliveto per la produzione di pregiati vini ed olio, ma che nel tempo è diventata anche hotel, spa, ristorante e scuola materna.

Un po’ di curiosità e l’intenzione di acquistare del vino direttamente dal suo artefice e … che sorpresa! Al Bano è lì presente davanti alla cantina e si presta disponibile a salutare i suoi ammiratori e a mettersi in posa per una tradizionale foto di gruppo o per un selfie.

Proseguiamo per Matera verso la Masseria Torre Spagnola, splendido albergo nella campagna subito fuori città dove abbiamo già soggiornato alcuni anni fa.

Trascorriamo il pomeriggio passeggiando fra i Sassi dove ogni scorcio invoca uno scatto fotografico. Il fascino di questa parte di Matera ipnotizza, affascina, conquista quasi come il canto delle sirene ed al tramonto la magia si completa con le luci che disegnano inconfondibile e unico questo presepe unico al mondo.

Foto di Anna Maria

Ceniamo con alcuni amici locali alla Trattoria Abbondanza Lucana (ottima cucina della tradizione lucana con spunti innovativi) e poi ci aggiriamo ancora tra i Sassi. Numerosi sono i locali aperti che si offrono agli ospiti ed ai materani, la luna piena vista dalla Chiesa Rupestre di Santa Maria di Idris si specchia nel torrente Gravina sottostante. Che spettacolo!

Il 5 Agosto inizia la seconda tappa di avvicinamento che ci porterà a S.Ippolito nelle Marche.
La colazione alla Masseria Torre Spagnola è pantagruelica. Peccato non riuscire ad assaggiare tutto. Che spreco!

Prosegue dunque l’avvicinamento verso casa e, dopo l’immancabile shopping gastronomico a Matera, abbandoniamo la Basilicata, risaliamo la Puglia, il Molise, l’Abruzzo fino alle Marche: la destinazione è La Valle del Sole Country House di S. Ippolito (PU), un bellissimo B&B immerso nel verde e fra i colli marchigiani. Capiamo subito che sarà dura allontanarsi da qui per visitate i dintorni come nelle intenzioni originarie.
Ceniamo, a base di pomodorini e mozzarelle lucane, ammirando la visione del tramontosui colli marchigiani direttamente dal giardino della villa.

Il 6 Agosto lo dedichiamo alla visita dei borghi nella valle del Metauro

Fra quelli visitati: Sorbolongo, Barchi, Orciano di Pesaro, Mondavio, S. Andrea, S. Ippolito, Fossombrone e Corinaldo, forse quest’ultimo è quello più particolare e suggestivo.

Corinaldo si presenta da sè come città palcoscenico, paese più bello del mondo, città di arte e di fede, città natale di Santa Maria Goretti e paese dei matti. È in effetti un borgo medievale affascinante, la visita articolata lungo le mura e attraverso i suoi monumenti è davvero magica.

Foto di Anna Maria

Dopo una visita a Fano con passeggiata serale e visita ai bastioni del castello, ci corichiamo prima dell’ultima tappa che ci porterà prima ad Apecchio, poi a Città di Castello (in Umbria facciamo scorta di specialità) e poi finalmente lungo la Orte-Ravenna, alle porte di casa, ovvero la pianura padana dove speriamo di non dover rimanere a lungo segregati per colpa di questa assurda e interminabile pandemia.

Abbiamo dormito:

Abbiamo mangiato:

Ulteriori dettagli del viaggio su Tripadvisor:

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