Sulla rotta di Traiano

Gianluigi Cogo
Gigi Cogo travel blog
8 min readNov 17, 2023

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Sant’Agata de Goti (foto di Gigicogo)

Eccoci dunque, dopo il week-end trascorso ai castelli romani, intraprendere la discesa verso sud in direzione del mar Ionio.

In origine questo spostamento doveva portarci fino a Brindisi per raggiungere poi la Grecia in traghetto ma alcune vicissitudini famigliari hanno un po’ scombinato i piani originari.

Per spostarci dal Lazio alla Puglia abbiamo scelto, per buona parte, di seguire il percorso dell’antica Via Traiana, costruita tra il 108 e il 110 d.C. per volontà dell’imperatore omonimo, ovvero quella strada che ancora oggi costituisce un’alternativa alla via Appia Antica e unisce Benevento a Brindisi. Ovviamente il tracciato originale è quasi del tutto perduto, anche se la parte appenninica è tutt’oggi corrispondente al vecchio tracciato originale.

Lasciati alle spalle i borghi dei castelli romani, percorriamo con calma la Casilina (sempre fedeli al nostro impegno di non lasciarci persuadere dalle autostrade) fino a superare Cassino prima di spostarci verso l’interno nel territorio sannita e raggiungere la nostra destinazione intermedia, ovvero Sant’Agata de’ Goti detta anche La Perla del Sannio!

La cittadina sorge ai margini della pittoresca valle del fiume Isclero e il suo centro storico si erge sopra una rupe tufacea circondata dai torrenti Martorano e Riello. Molto bella e suggestiva da entrambi i lati della rupe, all’interno risulta un po’ trasandata e poco animata, come molti altri borghi del sud. Varcato il ponte Vittorio Emanuele ci può addentrare in un labirinto di vicoli e visitare i resti del Castello che, in parte, sono anche adibiti a residenze comuni.

Dopo un’ottima cena proprio ai piedi della rupe e non distanti da dove abbiamo scelto l’alloggio, il mattino seguente siamo pronti a ripartire in direzione Benevento e poi Puglia, non prima di aver visitato qualche cantina e acquistato delle confezioni di ottimo Falanghina e Aglianico.

Cantine del Sannio (foto di Gigicogo)

Diecimila ettari vitati, settemilanovecento imprenditori viticoli, circa cento aziende imbottigliatrici per oltre un milione di ettolitri di vino prodotto, tre denominazioni di origine e una indicazione geografica per più di sessanta tipologie di vini, sono gli elementi salienti del vigneto Sannio, che assegnano alla provincia beneventana la leadership nel comparto vitivinicolo della Campania (fonte).

Dopo aver attraversato tutto l’Appennino irpino scendiamo finalmente in Puglia a sud di Foggia dove, prima di raggiungere la costa, incontriamo lungo il tracciato della via Traiana l’antica città romana di Ordona (o meglio l’antica Herdonia) dove vennero combattute alcune importantissime battaglie della seconda guerra punica fra i romani e i cartaginesi.
Decidiamo dunque di fermarci, anche perchè alcune segnaletiche lungo la strada ci invitano a visitare i resti di quello che fu un fiorente nucleo romano, comprensivo di foro, terme, anfiteatro, ecc.

E qui la sorpresa è enorme e al tempo stesso piuttosto angosciante e tragica!
Iniziamo la ricerca del sito archeologico dell’antica Herdonia seguendo le indicazioni culturali (tipici cartelli marron) ma non scorgiamo alcunché fino a quando, aiutandoci con la geolocalizzazione, non decidiamo di fermarci davanti al cancello di una masseria privata dove scorgiamo un’anziana signora intenta nelle sue faccende domestiche. Chiediamo cortesemente di indicarci la via per il sito archeologico e lei, con nostro assoluto stupore, ci apre il cancello e ci indica il cortile di casa sua.
Si, è proprio così, uno dei siti archeologici più importanti del sud Italia è racchiuso dentro una proprietà privata e lasciato in completo abbandono fra sterpaglie, cartelli scolorati e utilizzo di vecchie colonne come supporti per i tavolini della masseria. Incredibile!

Sito archeologico di Herdonia (foto di Gigicogo)

Restiamo basiti, allucinati e increduli!
E nonostante il FAI ne faccia una storia di successo (il che è tutto dire), l’amara verità viene da più parti denunciata. Dunque, non solo ai nostri occhi, questa Pompei dimenticata viene indicata come una vergogna nazionale e un’opportunità mancata come riportato anche dalla testimonianza che segue, presa fra le moltissime che in rete denunciano questo scempio:

Sconvolti da quanto abbiamo visto, ci rimettiamo in strada verso la costa pugliese facendo tappa a Bisceglie per il pranzo per poi proseguire fino a Fasano/Torre Canne (località tra Monopoli e Ostuni) dove ci aspetta l’alloggio presso la stupenda location de Le Terrazze Miramare.

Qui trascorreremo cinque giorni pieni fra mare caldo e trasparente, temperature da Luglio pieno e alcune visite per consolidare le esperienze in luoghi già visti e amati come Monopoli e Cisternino.

Le spiagge sono davvero notevoli e, fra tutte, quella che più ci ha impressionato è stata la striscia di baie e baiette del Pilone che garantiscono davvero un mare cristallino e un ambiente marino intatto, completato e integrato nelle dune protette e gestite dal Parco Naturale Regionale.

Spiaggia di Rosa Marina (foto di Gigicogo)

Qui abbiamo goduto davvero di giornate molto calde e dunque adatte a rilassarsi in spiaggia per allungare una stagione estiva davvero strepitosa. Ma, viste anche le vicissitudini che ci hanno portato ad annullare il traghetto per la Grecia, abbiamo deciso di accompagnare il semplice godimento con qualcosa di arricchente da un punto di vista culturale e quindi ci siamo concentrati sulla visita del Parco Archeologico di Egnazia e del Museo contiguo.

Siamo nuovamente sulla Via Traiana ma ciò che ci aspetta è ben diverso da quello che abbiamo visto a Herdonia.

La cornice è rappresentata da uno splendido contesto naturalistico e ambientale dove convivono ulivi millenari e masserie bianche come la calce. Il sito archeologico mostra perfettamente ciò che rappresentava nel passato una città romana del territorio pugliese.
L’antica Gnathia fu infatti una città importantissima e strategica per quei tempi, grazie alla sua felice collocazione geografica, alla presenza di un fiorente porto e soprattutto grazie al tracciato della Via Traiana che la attraversava proprio nel centro cittadino, rendendola un attivo centro di traffici e uno scalo commerciale importantissimo per i collegamenti con l’oriente.

La storia della città è ben raccontata sia nell’area archeologica che nelle sale del museo, grazie a cartelli multilingue, installazioni multimediali e personale competente e molto disponibile.

In particolare ci ha impressionato l’installazione interattiva ‘Egnazia e il mare’. Un percorso incentrato sull’archeologia subacquea in grado di svelare, attraverso reperti dei naufragi e dei carichi perduti, la storia di uomini e genti del tempo e di ricostruire i paesaggi marini con un gioco di racconti tridimensionali, gesti, suoni e interazioni pilotate da strumenti digitali di assoluto impatto emozionale.

Una giovane ricercatrice ci ha raccontato un po’ la storia di questa città e del suo recupero da parte degli archeologi. Il primo insediamento era presumibilmente costituito da un piccolo villaggio di capanne dove le popolazioni in transito dai Balcani (gli Iàpigi) iniziarono a costruire i primi manufatti più o meno dove in seguito sorse l’Acropoli. Già nell’VIII secolo prima di Cristo, con il consolidamento della cultura messapica, si costruirono anche le prime necropoli. Ne abbiamo visitata una proprio dietro al Museo, composta da tombe a camera o semi-camera e scavate direttamente nel banco roccioso.

Poi, con l’occupazione romana, già nel III secolo a.c. la città entrerà di diritto nella repubblica romana e successivamente continuerà ad operare come centro di scambio mercantile anche durante il periodo imperiale. In seguito, con la decadenza dell’Impero, anch’essa cadrà in disgrazia ma non scomparirà del tutto in quanto sono state rinvenute diverse installazioni medioevali, come ad esempio le basiliche e altri reperti riconducibili a quel periodo, ora conservati nel museo.

Che dire? Dopo l’avventura negativa di Ordonia, ci siamo riconciliati con le nostre bellezze archeologiche e con chi le mantiene in vita per testimoniare lo splendore dei tempi che furono.

Parco archeologico e museo di Egnazia (foto di Gigicogo)

E così, trascorrendo un po’ di giorni fra ulivi, parchi archeologici, spiagge memorabili e gastronomia che non ha eguali (le bracerie pugliesi son sempre tanta roba), trascorriamo ancora qualche giorno prima di risalire la dorsale adriatica con una sola tappa a Vasto.

Il meteo è stato davvero eccezionale e il viaggiare lento come imposizione porta a un guadagno in esperienze ed emozioni che non ha paragoni con la velocità e il mordi e fuggi a cui ci ha obbligato il turismo nei periodi più bollenti e rossi dell’anno.

Abbiamo soggiornato:

Alcuni posti dove abbiamo mangiato:

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